Gengive che si ritirano: si possono curare?

 

Ti è mai capitato di notare, guardandoti allo specchio, che la gengiva in corrispondenza di uno o più denti sembra “più alta” del normale? Si tratta di un fenomeno piuttosto comune, noto come recessione gengivale, e non va sottovalutato.

Quando la gengiva si ritira, una parte della radice del dente rimane esposta. Questo può comportare:

  • Aumento della sensibilità, soprattutto al freddo;

  • Maggiore rischio di carie;

  • In casi più gravi, possibile perdita del dente.

Si può intervenire?

Fortunatamente sì. Se il problema viene individuato precocemente, oggi è possibile intervenire in modo efficace e ripristinare la salute gengivale.

Nei casi di recessione, è quasi sempre presente anche un’abrasione sulla radice del dente. In passato, la soluzione più comune era coprire la parte esposta con un materiale da otturazione. Ma questa tecnica spesso peggiorava l’estetica del sorriso, allungando visivamente il dente e creando un effetto “zanna” — senza risolvere la causa del problema.

Le nuove tecniche per curare le recessioni gengivali

Oggi, grazie alla microchirurgia mininvasiva, è possibile far “tornare” la gengiva nella sua posizione naturale. Queste tecniche rafforzano i tessuti gengivali e ridimensionano il rischio che la gengiva si ritiri di nuovo, con un disagio minimo, facilmente gestibile con comuni antinfiammatori.

La diagnosi precoce fa la differenza

Intervenire tempestivamente è fondamentale. Più la recessione avanza, più diventa difficile – e invasivo – trattarla. Per questo è importante non ignorare i primi segnali e rivolgersi a uno specialista per una valutazione.

 

recessione gengivale - Studio dentistico Ferlin

Trattamento delle recessioni gengivali: paziente di 70 anni con diffuse recessioni alcune particolarmente gravi. Per curarle sono stati prima ricostruiti i colletti abrasi e poi trattate le gengive per riportarle a uno stato di salute stabile e duraturo.